Invitiamo pertanto tutte le persone di buona di volontà a rimanere nel nostro paese e lottare insieme per un'Italia migliore.
Dr Matteo Mazzariol - presidente Movimento Distributista Italiano
Padoan: Un economista fallito alla guida dell'economia italiana?
I giornali, tolti alcuni
più fedeli a Renzi e alla Merkel, si diffondono in esempi di clamorosi
fallimenti del nuovo ministro dell'economia come economista. Citano le
sue marcatamente erronee previsioni, ripetute, sulla fine della crisi.
Citano la sua fedeltà al principio della austerità fiscale e quello
bella alta pressione tributaria, fedeltà che resiste all'evidenza del
fallimento di questi due principi che stanno, nel mondo reale,
producendo effetti contrari a quelli che dovevano produrre. Cioè più
indebitamento, più deficit, più recessione. Citano Paul Krugman, che di
lui dice che la sua regola è: bisogna colpire l'economia finché non si
riprende. Lo dipingono, insomma, come un dogmatico ottuso che rifiuta di
vedere i fatti, cioè come un perfetto cretino.
Io però non credo che
Padoan sia un cretino: per dimostrare che sia uno sciocco, bisognerebbe
provare che creda in ciò che predica, e che non lo predichi solo per
sua convenienza - e di carriera ne ha fatta. Non credo affatto che sia
un economista fallito, perché si può parlare di fallimento dei principi
che egli propugna e difende soltanto se si guarda ai loro effetti dal
punto di vista dell'interesse della popolazione generale, non dal punto
di vista dell'interesse dell'élite. È vero che la loro applicazione ha
prodotto un impoverimento generale, ma è anche vero che ha prodotto un
arricchimento dei vertici della società. Un arricchimento in termini sia
di ricchezza economica che di potere politico sulla popolazione
generale. Un gigantesco trasferimento economico dal basso verso la punta
della piramide. Ha consentito una profonda ristrutturazione dei
rapporti giuridici e sociali in favore delle classi dominanti a livello
globale. Ma ha anche fatto gli interessi della classe dominante
italiana, della cosiddetta casta, una classe parassitaria che deriva sia
il suo benessere economico che la sua capacità di mantenere la poltrona
dalla quantità di risorse che riesce a prendere al resto della
popolazione. E le prende attraverso le tasse, perlopiù. I principi
economici portati avanti da Padoan aumentano la pressione tributaria,
aumentano le risorse che tale classe riesce a prendere per sé. Quindi
vanno bene per la casta.
Vorrei evidenziare,
inoltre, che la pressione tributaria, in una società dominata da questo
tipo di casta "estrattiva", parassitaria, che non si sa se sia più
delinquente o più incompetente, non può mai ridursi, perché la casta non
può logicamente rinunciare a quote di reddito e ricchezza nazionale che
ha fatte già proprie, anche perché le servono per comprare i consensi.
Può solo aumentare con l'aumento delle aliquote, con l'introduzione di
nuove tasse, con l'introduzione o l'inasprimento delle presunzioni di
reddito o di valore dei patrimoni, con l'aumento della cosiddetta lotta
all'evasione fiscale. Quindi ognuna di queste mosse peggiora
strutturalmente e funzionalmente l'economia perché distoglie
stabilmente e definitivamente reddito e risorse dall'economia
produttiva in favore del parassitismo. E le distoglie in via
irreversibile.
Riprendere quelle risorse
alla casta per riportarle all'economia produttiva quindi alla possibile
ripresa economica, può avvenire solamente attraverso un'azione violenta e
rivoluzionaria nei confronti della casta. Violenta, perché si tratta di
togliere la carne di bocca ai cani. E perché la casta comprende i
vertici dei poteri giudiziario, militare e poliziesco. Al punto di
rottura del sistema, l'appoggio e la spinta dei potentati esteri ed
europei saranno decisivi in un senso o nell'altro, anche se io rimango
dell'opinione che una rivoluzione sia impossibile in Italia (altrimenti
sarebbe avvenuta tempo fa) e che la soluzione pragmatica stia
nell'emigrazione-delocalizzazione.
Sarà decisivo anche il
fattore comprensione. Esiste una concezione liberale dello Stato,
secondo la quale lo Stato è un apparato erogatore di servizi, un
fornitore, economicamente parlando la gente paga tasse a esso, e deve
ricevere in cambio servizi corrispondenti alle tasse; se i servizi non
corrispondono alle tasse, lo Stato va cambiato e in mancanza di
correzione bisogna rifiutare il pagamento delle tasse. Questa concezione
è ingenua se non tiene conto del fatto che vi è una classe sociale o
casta che ha in mano le leve di poteri dello Stato, e per la quale lo
Stato è uno strumento per arricchirsi e per mantenere ed aumentare il
proprio potere sulla popolazione generale. Per essa, l'erogazione dei
servizi alla popolazione generale è un costo, un costo aziendale, mentre
è un utile, un utile aziendale, tutto quello che essa riesce a prendere
attraverso lo Stato dalla popolazione generale e a trattenere a proprio
vantaggio. Come per il pastore la lana lasciata indosso alle pecore è
lana persa, così per questa classe sociale, per la casta italiana, il
gettito fiscale è, aziendalmente, il ricavo; la spesa per servizi al
corpo sociale è un costo; la differenza, tolti degli oneri finanziari, è
il suo profitto. Perciò essa tende ad aumentare il prelievo fiscale indipendentemente dai bisogni effettivi del Paese,
e gestire la spesa pubblica clientelarmente, inefficacemente, e non
verso i bisogni effettivi del Paese, ma verso i suoi propri. Col che si
spiega come mai in Italia abbiamo tasse altissime e servizi pessimi. Non
è vero "più tasse, più servizi". Non è vero che se si eliminasse
l'evasione fiscale le tasse calerebbero: la casta tratterrebbe tutto.
Stiamo già pagando tasse più che sufficienti, se non le pagassimo ai
ladri. E se non si elimina questa casta di ladri, di parassiti, non è
possibile riqualificare e rendere efficiente la spesa pubblica,
tagliandone gli sprechi, perché questi sono profitti per la casta.
Padoan è il ministro
giusto per questa gestione. Non è affatto un cretino o un economista
fallito. È l'economista vincente, al contrario. Se lo ha scelto lui,
Renzi ha scelto saggiamente : ha scelto un uomo che unisce gli interessi
della casta italiana con gli interessi dell'élite capitalista
finanziaria globale passando per i saccheggiatori di Berlino e di
Brussel. Il suo governo è in linea perfetta coi precedenti.
Marco Della Luna
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