martedì 29 maggio 2018

COMUNICATO MOVIMENTO DISTRIBUTISTA ITALIANO


In relazione a quanto accaduto in data 28 maggio 2018 - il fallimento del tentativo di formare un governo a causa del veto opposto dal Presidente della Repubblica alla nomina di un ministro per ragioni di ordine squisitamente politico - il Movimento Distributista Italiano esprime tutta la sua preoccupazione per quella che consideriamo un’ingerenza indebita della massima autorità dello Stato ed un attentato alla possibilità di esercitare la democrazia nel nostro paese.
Il Comitato Direttivo del Movimento Distributista Italiano (MODIT)

sabato 26 maggio 2018

ABORTO ED OLIGARCHIA FINANZIARIA


Solo un cieco può affermare che dietro l'ennesima vittoria del fronte abortista – la vittoria del si nel referendum irlandese – non ci sia l'oligarchia finanziaria. Tutte le grandi agenzie della finanzia internazionale – Council of Foreign Relationship, Royal Istitute of Accademic Affairs, Club di Roma, Gruppo Builderberg, Aspen Istitute – per non palare delle grandi banche d'affari (gruppo Rothschilds, Shiff, Morgan, Rochefeller, Goldman Sachs, City Group) e dei magnanimi filantropi (George Soros con la Open Society), si sono sempre schierati entusiasticamente contro la famiglia naturale, prima abbattendo il matrimonio attraverso il divorzio e poi attaccando quella che è la relazione fondante e più sacra tra esseri umani, quella tra madre e bambino, attraverso l'aborto.
Dalla loro parte hanno ovviamente la stragrande maggioranza dei mezzi di comunicazione di massa, da loro posseduti. Con la forza del denaro, come è evidente, controllano la scena politica internazionale e dei singoli Stati, a cominciare dagli Stati Uniti, in cui i principali finanziatori di entrambi gli schieramenti partitici sono appunto le banche.
Lo stesso avviene da secoli in Italia, colonia periferica dell'impero, a partire dal “glorioso” risorgimento, finanziato dalla massoneria e dal capitalismo inglese, per continuare con la più recente svendita del patrimonio pubblico (governi Ciampi ed Amato dal 1992 in poi), fino alle ingerenze dirette della Banca Centrale Europea nelle nostre vicende (lettera della BCE all'Italia del 5 agosto 2011) ed ai veti in atto sulla scelta dei ministri del nuovo governo.
Di fronte a tutto ciò le gerarchie del mondo cattolico, a differenza del popolo cattolico, sembrano in grado di emettere solo qualche sterile e flebile vagito di protesta, ma appaiono del tutto inadeguate nel denunciare a chiare lettere il perverso meccanismo in atto.

La questione infatti non ci gioca meramente sul piano ideologico ma sul quello del potere.
Attraverso il monopolio assoluto dell'emissione monetaria – iniziata con la fondazione della Banca d'Inghilterra nel lontano 27 luglio 1694 - la grande finanza è riuscita ad imporre progressivamente il proprio controllo sulla politica e sui mezzi di comunicazione, di fatto assoggettando l'intera umanità al suo dominio.
Non è una cosa complicata da capire e praticamente infinite sono le evidenze, i dati storici, sociologici, economici, finanziari che supportano tale tesi.

Il mondo cattolico dunque è chiamato in questa delicata fase storica ha prendere decisioni importanti: o cedere alla tentazione di Pilato, lavandosi le mani di fronte a quanto sta accadendo per pura codardia, o, seguendo il suo Fondatore, incominciare davvero a dire la verità tutta intera, sapendo che solo la Verità potrà davvero restituire all'umanità quella libertà che oggi sembra irrimediabilmente persa.

Per informazioni ed adesioni distributismomovimento.blogspot.com

mercoledì 23 maggio 2018

TASSE E SENSO COMUNE



Che senso hanno le tasse? E soprattutto, chi e cosa è giusto tassare per incrementare l’equità e l’equilibrio economico-sociale?

Il distributismo non ha dubbi: andrebbero tassate solo le rendite improduttive, cioè quelle che derivano non dal lavoro o dal l’investimento in attività produttive di capitale ma solo dal semplice e mero possesso di un bene. Per esempio: il possesso della nuda proprietà della terra, non degli usi produttivi che di essa se ne fa; la rendita finanziaria, che deriva dall’imprestare denaro senza nessuna compartecipazione ai rischi d’impresa; qualsiasi forma di rendita aggiuntiva che rappesenti uno squilibrio eccessivo tra i costi effettivi di un’impresa economica ed i suoi utili; la rendita da esternalizzazione, cioè lo scaricare su agenti esterni all’iniziativa economica i costi della produttiva (ad esempio l’utilizzo delle infrastrutture di trasporto gratis da parte delle grandi multinazionali, che influisce come un fattore di concorrenza sleale nei confronti delle piccole imprese locali e scarica i relativi costi sulla comunità; altro esempio di esternalizzazione dei costi è l’inquinamento prodotto in special modo dalle grandi aziende, che incide in maniera fortemente negativa sulla disponibilità di risorse naturali di proprietà della comunità, quali l’aria e l’acqua).
Lo Stato distributista abolirebbe invece ogni tassa su ciò che è invece il fattore trainante di ogni sana economia, cioè la produzione di beni e servizi. Ogni tassa sul lavoro e sulla remunerazione che dal lavoro derivano andrebbe cancellata.
L’articolo di seguito riportato affronta nel dettaglio come si potrebbe concretamente procedere e come tutto ciò sia già in parte attuato in diversi contesti.

Per informazioni ed adesioni distributismomovimento.blogspot.com

http://distributism.blogspot.com/2009/01/chapter-xv-taxes-economic-rent-and.html

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sabato 5 maggio 2018

IL LIBERALISMO PARTITOCRATICO E LA DISTANZA TRA STATO E CITTADINI



La concezione liberale dello Stato, che ha portato alla partitocrazia, implica una rigida seperazione tra Stato e cittadino, per cui il cittadino stessa delega in toto il proprio potere legislativo ed esecutivo a qualcun altro, il parlamentare, ben lontano da lui e facilmente influenzabile dai poteri finanziari. Il parlmentare infatti per affermarsi non ha bisogno di particolari competenze tecniche o prosessionali ma solo di una discreta ars oratoria e di sufficienti fondi per finanziare la propria campagna elettorale: i contenuti sono una variabile dipendente che possono cambiare a secondo delle circostanze e delle convenienze.
Il liberalismo partitocratico ha così portato ad una progressiva deriva della classe politica, con la conseguenza che il distacco tra popolazione e politica si è fatto sempre più marcato.
Che fare quindi?
Semplice: tornare al senso comune. Chi l'ha detto che Stato e cittadini devono essere così separati? Non è possibile per esempio che le persone si aggreghino per funzione lavorativa, al di là di ogni divisione di classe, ed in base ai meriti ed alle competenze, venga a loro conferiti una serie di poteri legislativi ed esecutivi, legati ai loro ambiti e con una supervisione per centrale solo per verificare che non si è esca dai parametri del bene comune? In questo modo i cittadini non potrebbero sentirsi lontano dallo Stato perchè sarebbero essi stessi lo Stato. Questo principio, che ci chiama principio corporativo, è vecchio quanto l'uomo, è basato appunto sul senso comune e su una concezione organica della società e non meccanicistica, come quella invece di Rousseau basata sulla presunta “volontà generale” di cui lo Stato si dovrebbe fare interpretere, con tutte le derive totalitarie che ne conseguono.

Il distristributismo ritiene fermamente che il principio corporativo sia la soluzione valida per risolvere i principali problemi politici, economici e sociali del XXI, integrando in maniera armonica i principi democratici con quelli basati sulle competenze e le capacità reali, che evidentemente democratici non possono essere ma sono fondati sul naturale principio di gerarchia.

Il distributismo ritiene anche comunque che il principio corporativo, pur essendo necessario non è tuttavia sufficiente. Ad esso vanno aggiunti altri tre punti essenziali:
  • la centralità economico-sociale della famiglia tradizionale
  • l'unione tra capitale e lavoro e la massima possibile diffusione della proprietà produttiva
  • un denaro libero da debito e che nasca di proprietà diretta dei cittadini.

Per informazioni ed adesioni: distributismomovimento.blogspot.com