Osservazioni del Movimento Distributista Italiano sulla crisi greca
Un'occasione per la Grecia e per l'Europa: la crisi del paese
ellenico rappresenta questo.
Un'occasione per i cittadini per avvicinarsi un po' di più alla
verità di ciò che sta avvenendo, per fare chiarezza su cosa stia
davvero succedendo, una chiarezza necessaria per orientare le scelte
politiche e sperare in un futuro migliore.
In questo momento impazzano le opinioni ed i cittadini sono
subissate da ipotesi, pareri, teorie, previsioni, discordanti tra di
loro, ciascuna sostenuta da abili commentatori, giornalisti e
politici in grado, come nella sofistica greca del V sec. a.c., di
dimostrare tutto ed il contrario di tutto: professionisti della
parola, insomma.
La Grecia ha vissuto di rendita fino ad adesso, spendendo più di
quanto produce, sperperando le risorse finanziarie ricevute, fino ad
arrivare al collasso economico? Oppure è stata terra di conquista
degli usurai delle banche internazionali, che, potendo creare denaro
dal nulla attraverso il sistema della riserva frazionaria, prima
hanno indebitato ad interesse sapendo di rivolgersi ad un debitore
probabilmente insolvente e poi, con l'arroganza degli usurai, hanno
imposto le loro direttive di politica economica su un'intera nazione
a loro esclusivo vantaggio, gettando nella disperazione e nella
miseria la popolazione?
Certamente c'e un po' di vero in ambedue queste ipotesi, ma una
maggiore chiarezza a proposito può essere fatta da ciascuno, una
volta che sia chiarito il meccanismo attraverso cui oggi si creano i
soldi.
Il denaro oggi non nasce, come molti ancora pensano, dalla zecca
dello Stato, che lo produrrebbe per poi utilizzarlo a fini pubblici,
nossignore! Il denaro oggi nasce solo ed esclusivamente come debito
di Stati e cittadini verso il sistema bancario. Il 3% della moneta
esistente è costituita infatti da banconote prodotte dal nulla dalle
banche centrali, molte delle quali di proprietà di banche private,
che lo “imprestano”, con un'interesse elevato, a Stati,
cittadini, imprese, e con un interesse pari quasi a zero (come ad
esempio lo 0,15%) alle banche private.
Il rimanente 97% del denaro esistente è creato dalle banche
commerciali private, grazie al meccanismo della riserva frazionaria,
sulla base dei depositi che esse ricevono e viene sempre e solo
emesso come debito, con tanto di interesse, nei confronti di Stati,
cittadini ed imprese. Conseguenza ineluttabile: siamo tutti
indebitati verso il sistema bancario, che ha il monopolio assoluto
dell'emissione monetaria!
Questo fatto, inoppugnabile, che non è né di destra né di
sinistra, né conservatore né progressista, da solo, più di mille
sofisticati ragionamenti economico-sociali, ci aiuta a capire in
profondità la situazione della Grecia e la nostra, e quella dei
contribuenti americani, tedeschi, inglesi, francesi, spagnoli e
portoghesi, che si trovano tutti a dover fare enormi sacrifici in
nome di una austerità del tutto artificiale imposta solo dai dettami
contabili di coloro che hanno il controllo totale del mezzo di
scambio per eccellenza che si chiama denaro.
Cosa dovrebbe fare quindi in sostanza il popolo greco per uscire
dalla crisi e non rientrarci mai più?
Semplicissimo: dire ai signori banchieri che vorrebbero imporre il
loro dominio totale sulle loro vite un pacato e sereno grazie ed
arrivederci: non abbiamo bisogno di voi, del vostro denaro di carta
pesta creato dal nulla; il denaro che si serve siamo benissimo in
grado di crearcelo da soli, di nostra proprietà, senza alcun debito,
e con questo denaro siamo in grado di liberare tutte le potenzialità
e le risorse del nostro popolo, facendo si che i disoccupati lavorino
e producano, che i giovani studino, che gli scienziati facciano nuove
scoperte; in questo modo saremo in grado di creare vera ricchezza,
che non è quella contabile che voi accumulate grazie alle vostre
attività usuraie nei vostri forzieri ma quella che nasce dal sudore,
dalla capacità creativa ed inventiva della gente in carne ed ossa.
Questo dovrebbero dire i greci al Fondo Monetario Internazionale,
alla Banca Centrale Europea, alla Commisione Europea e con loro tutti
i popoli che hanno ancora a cuore la propria libertà e dignità.
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