La concezione liberale dello Stato, che
ha portato alla partitocrazia, implica una rigida seperazione tra
Stato e cittadino, per cui il cittadino stessa delega in toto il
proprio potere legislativo ed esecutivo a qualcun altro, il
parlamentare, ben lontano da lui e facilmente influenzabile dai
poteri finanziari. Il parlmentare infatti per affermarsi non ha
bisogno di particolari competenze tecniche o prosessionali ma solo di
una discreta ars oratoria e di sufficienti fondi per finanziare la
propria campagna elettorale: i contenuti sono una variabile
dipendente che possono cambiare a secondo delle circostanze e delle
convenienze.
Il liberalismo partitocratico ha così
portato ad una progressiva deriva della classe politica, con la
conseguenza che il distacco tra popolazione e politica si è fatto
sempre più marcato.
Che fare quindi?
Semplice: tornare al senso comune. Chi
l'ha detto che Stato e cittadini devono essere così separati? Non è
possibile per esempio che le persone si aggreghino per funzione
lavorativa, al di là di ogni divisione di classe, ed in base ai
meriti ed alle competenze, venga a loro conferiti una serie di poteri
legislativi ed esecutivi, legati ai loro ambiti e con una
supervisione per centrale solo per verificare che non si è esca dai
parametri del bene comune? In questo modo i cittadini non potrebbero
sentirsi lontano dallo Stato perchè sarebbero essi stessi lo Stato.
Questo principio, che ci chiama principio corporativo, è vecchio
quanto l'uomo, è basato appunto sul senso comune e su una concezione
organica della società e non meccanicistica, come quella invece di
Rousseau basata sulla presunta “volontà generale” di cui lo
Stato si dovrebbe fare interpretere, con tutte le derive totalitarie
che ne conseguono.
Il distristributismo ritiene fermamente
che il principio corporativo sia la soluzione valida per risolvere i
principali problemi politici, economici e sociali del XXI, integrando
in maniera armonica i principi democratici con quelli basati sulle
competenze e le capacità reali, che evidentemente democratici non
possono essere ma sono fondati sul naturale principio di gerarchia.
Il distributismo ritiene anche comunque
che il principio corporativo, pur essendo necessario non è tuttavia
sufficiente. Ad esso vanno aggiunti altri tre punti essenziali:
- la centralità economico-sociale della famiglia tradizionale
- l'unione tra capitale e lavoro e la massima possibile diffusione della proprietà produttiva
- un denaro libero da debito e che nasca di proprietà diretta dei cittadini.
Per informazioni ed adesioni:
distributismomovimento.blogspot.com
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