Siamo in crisi. Una crisi grave che colpisce la maggioranza dei
cittadini. I dati sono eclatanti: basta leggere i dati ISTAT sulla
povertà, sul reddito e sul potere di acquisto delle famiglie, sul
fallimento in massa delle piccole e medie imprese, sull'incremento
spaventoso della disoccupazione, giovanile e no, sulle difficili
condizioni di vita dei pensionati, sulla denatalità. Ciò che più
spaventa inoltre non è il quadro appena descritta ma il fatto che i
nostri politici sembrano totalmente incapaci di trovare una ricetta
per farci uscire da questa situazione. Se ascoltate attentamente
quanto dicono, l'unico mantra che ripetono, in perfetta sintonia tra
certa destra e certa sinistra, è che la soluzione verrà dalla
banche: la ripresa non avviene perchè ancora le banche non
forniscono soldi alla gente, tengono i soldi per sé. Questo è il
vero problema da risolvere. Questo modo di pensare invece, senza
tema di smentita, è la vera follia! La crisi che ci ha colpito tutti
infatti, a partire dai mutui Subprime del 2007, è stata una crisi
del debito. Non sapendo più a chi prestare denaro, e quindi come
incrementare i loro profitti, le banche hanno incominciato ad
indebitare anche chi sapevano sarebbe stato insolvente. I nodi però
sono venuti al pettine. Chi era indebitato non è stato più in
grado, come era prevedibile, di pagare i propri debiti e così le
banche hanno incominciato a fallire, a produrre minor credito, a
chiedere indietro quello già erogato, ad imporre condizioni più
stringenti e selettive per quello nuovo emesso. Conseguenza:
rarefazione monetaria, cioè diminuzione della massa monetaria
disponibile ai cittadini per gli scambi, quindi riduzione degli
scambi, quindi ulteriore crisi, cioè diminuzione della produzione e
delle vendite.
E' importante a questo punto fare un inciso: il denaro oggi nasce
solo ed esclusivamente come debito di Stati, imprese e cittadini
verso il sistema bancario che lo emette dal nulla a costo zero. Le
banconote (3% del denaro totale) vengono infatti emesse dalle banche
centrali, per lo più private, secondo un parametro quantitativo
totalmente arbitrario ed insindacabile deciso dalle banche centrali
stesse e senza alcun riferimento a riserve di qualsiasi tipo. Il
peggio però è che vengono emesse solo ed esclusivamente come debito
verso tutti gli attori del corpo sociale, debito che deve essere
restituito con tanto di interessi. Il rimanente 97% del denaro totale
inoltre – udite! Udite! - viene creato dal nulla - infatti si
chiama “fiat money” in termini tecnici - dalle banche commerciali
private grazie la meccanismo della riserva frazionaria. Per ogni 100
euro depositati, il sistema bancario nel suo complesso è autorizzato
a creare denaro dal nulla fino a 50 volte tanto, cioè 5000 euro,
denaro che sarà solo e soltanto una cosa: debito verso Stati,
imprese e cittadini!
Questo meccanismo perverso di emissione monetaria, per cui
produzione di denaro e produzione di debito coincidono in maniera
assoluta ed ineluttabile, è la vera causa dell'enorme bolla
debitoria di cui tutti noi siamo ancora vittime. Come i nostri
politici pensano di risolverla? Incrementandola! Cioè creando le
condizioni perchè le banche possano continuare a fare quello che
negli ultimi secoli, a parte temporanee e sane ribellioni del corpo
sociale, hanno sempre fatto: indebitare i cittadini con l'emissione
di denaro-debito! Questo vuol dire, in sintesi, voler spegnere un
incendio buttando altra benzina sul fuoco, e chi è responsabile
della cosa pubblica non può non essere ritenuto responsabile di tale
comportamento.
Aspettiamo quindi gioiosi e speranzosi che le banche siano di
nuovo in grado di indebitarci emettendo nuovi prestiti per spianare
la strada ad una ancora più radicale schiavitù monetaria,
nell'attesa di un'inevitabile ulteriore crisi in cui il sistema
bancario potrà compiere l'ulteriore razzia su quei pochi e sempre
più scarsi beni reali di cui siamo in possesso.
Se il denaro in generale dovrebbe essere l'ossigeno che consente
la vita in termini di scambi e produzione in una società, questo
tipo di denaro, il denaro-debito bancario, è un veleno che intossica
e compromette ogni sana iniziativa umana in quanto ogni iniziativa ha
bisogno di moneta per realizzarsi. Rendiamoci conto della follia:
tutto il denaro oggi nasce come debito, quindi se paradossalmente la
maggior parte di noi fosse in grado, come dovrebbe e potrebbe essere,
di ripagare i propri debiti o, ancora meglio, di non farne, non ci
sarebbe denaro sufficiente per gli scambi! Il sistema bancario, in
altre parole, tiene per la gola il tessuto produttivo, essendo
riuscito, passo passo, leggina dopo leggina, ad impadronirsi del
monopolio totale dell'emissione monetaria.
Non abbiamo altra alternativa: o ribellarci e chiedere con
risolutezza l'introduzione di un denaro che nasca libero da debito,
cioè di proprietà di Stati e cittadini, o condannare noi ed i
nostri figli ad una sempre più stringente ed onnicomprensiva
schiavitù monetaria imposta dal sistema bancario.
Di fronte a questo scenario i nostri politici non possono rimanere
a guardare, proponendo come ricetta il perpetuarsi della spirale
debitoria, ma sono chiamati ad agire e subito!
Se non lo faranno – cosa che purtroppo sembra verosimile –
toccherà a noi mandarli a casa e sostituirli con rappresentanti
intenzionati a fare davvero gli interessi della popolazione.
Il Distributismo propone la massima possibile diffusione della
proprietà privata, l'unione tra capitale e lavoro, la partecipazione
di chi lavora alle decisioni concrete del proprio comparto
lavorativo, la libertà anche e soprattutto economica della famiglie.
Tutto ciò rimarrà irrealizzabile, sarà vuota e sterile retorica
finchè il potere reale rimarrà nelle mani di una ristretta cerchia
di persone – i banchieri – che sono riusciti ad acquisire la
proprietà ed il controllo totale dello strumento monetario e possono
così gestire e condizionare la stragrande maggioranza delle azioni
umane.
Ridimensioniamo quindi l'”ubris” bancaria, riportiamo il
denaro a quello che avrebbe dovuto sempre essere – uno strumento al
servizio dell'economia e del bene comune.
Il Positive Money, per esempio, è un progetto di riforma
monetaria, messo a punto in Inghilterra da un gruppo di esperti e che
sta riscuotendo successo in tutto il mondo: propone che il denaro
nasca di proprietà di Stati e cittadini e che il sistema bancario
non possa più creare denaro dal nulla. Una ricetta molto semplice,
di senso comune, che potrebbe capire anche un bambino delle
elementari.
Come distributisti siamo orgogliosi infatti di proporre la
ragionevolezza e il senso comune come ingredienti basilari, a
disposizione di tutti, per migliorare le cose verso una società più
misura d'uomo e meno a misura del dio-denaro.
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