Sfiducia, disillusione,
rassegnazione, rabbia: sono questi gli stati d'animo, comprensibili e
giustificati, della maggior parte del popolo italiano.
Sfiducia verso la classe
politica che da 70 anni è stata protagonista di un'alternarsi
ininterrotto di scandali e ruberie e soprattutto di incapacità di
risolvere i problemi reali della gente; disillusione rispetto alla
sana aspirazione di condurre una vita normale, con un lavoro
appagante in grado di sostenere dignitosamente se e la propria
famiglia; rassegnazione di fronte alla constatazione della propria
impotenza di fronte ai poteri dei burocrati di Stato e dei grandi
capitalisti; rabbia di fronte al fallimento di ogni onesto tentativo
di cambiare davvero le cose ed al progressivo incrementarsi del
divario sociale tra ricchi e poveri, con una sempre maggiore
concentrazione della proprietà e del potere nelle mani di pochi.
Questi stati d'animo
negativi hanno però anche un loro aspetto positivo: sono il segno
che l'essere umano è fatto per qualcosa d'altro, per qualcosa di
meglio, e che la sua natura istintivamente si ribella di fronte a
condizioni di vita che non ne garantiscono la piena dignità e
libertà.
La questione centrale
infatti è propria questa, la libertà. Ci stiamo avvicinando a
grandi passi, e senza neanche esserne pienamente consapevoli, a
quello che Hilaire Belloc, uno dei fondatori del Distributismo,
definì nel 1913 lo Stato Servile, uno Stato cioè in cui la maggior
parte dei cittadini si trova ad essere privata del possesso dei mezzi
di produzione e della possibilità di decidere le questioni concrete
della propria vita socio-economica- lavorativa, essendo costretta a
lavorare in una condizione di “dipendente” ed a mercanteggiare
la propria libertà ed indipendenza in cambio di un tozzo di pane per
sopravvivere, come i servi. Lo Stato Servile è il risultato
dell'alleanza perversa tra due forze apparentemente avverse ma in
realtà strettamente complementari: il capitalismo
economico-finanziario e lo statalismo di impronta social-comunista.
Lo Stato Servile è la risultante del continuo e progressivo
spossessamento di potere e di proprietà a cui le persone, le
famiglie ed i corpi sociali lavorativi sono stati soggetti.
Per fermare questa
consolidata tendenza non sono sufficienti piccole cambiamenti, né ci
si può basare sull'improvvisazione spontaneistica.
E' necessario un radicale
e lucido ripensamento del paradigma di fondo su cui si basa la nostra
società, è necessaria una chiarezza di visione in grado di
invertire marcia in ognuno dei variegati aspetti che costituiscono la
nostra vita. E' necessario quindi rigettare gli assunti di fondo sia
del liberal-capitalismo sia del social-comunismo, con tutti i loro
vari derivati - liberismo e keynesismo in primis, perchè questi
assunti hanno dimostrato di aver fallito oltre che in teoria anche
nei fatti.
Il liberal-capitalismo
capitalismo infatti ha fallito nella sua pretesa di portare
prosperità generale, il social-comunsmo ha fallito nella sua pretesa
di risolvere il problema della povertà. La loro perversa alleanza ci
ha portato in una delle più gravi crisi sistemiche che l'umanità
abbia conosciuto.
Di fronte a tutto ciò ed
al fatto che nessuna delle formazioni attualmente presenti sullo
scenario politico ha idee sufficientemente chiare per apportare un
reale cambiamento, il distributismo propone un'alternativa, valida,
ragionevole e facilmente percorribile: invertire rotta e puntare ad
una società in cui poteri e proprietà siano equamente distribuiti
dal basso secondo i meriti e le capacità di ciascuno. Si tratta in
estrema sintesi di:
- modificare radicalmente il sistema di rappresentanza democratica, dando più poteri ai singoli lavoratori organizzati per comparti lavorativi sui territori (principio corporativo) e togliendolo ai partiti
- modificare il sistema economico-sociale in senso più equo e prospero, facendo confluire capitale e lavoro nelle stesse persone e dando l'opportunità a chi lavora di diventare proprietario dei mezzi di produzione
- modificare radicalmente il sistema finanziario, dando la proprietà della moneta all'atto dell'emissione allo Stato ed ai cittadini
- rafforzare il tessuto sociale, dando più potere ed autonomia economica alle famiglie.
Sono questi i quattro
fondamentali punti su sui si basa il progetto del Movimento
Distributista Italiano e di tutte le associazioni ed organizzazioni
distributiste esistenti oggi nel mondo: stop al potere dei partiti e
potere invece ai cittadini organizzati sul territorio per comparto
lavorativo; stop all'accumulo del capitale in poche mani e diffusione
della proprietà produttiva; stop al dominio della finanza sulla
politica e sull'economia e creazione di una moneta di proprietà dei
cittadini; stop alla dissoluzione della famiglia e maggiore
indipendenza economica a questa istituzione.
Un progetto ad ampio
raggio, in grado di orientare ed indirizzare le piccole e grandi
scelte amministrative, politiche, fiscali, economiche che possono
avvenire a vari livelli ed in vari contesti nella società.
Un progetto a lungo
termine che può e deve iniziare ad essere attuato a livello
capillare, a partire dalle minuscole scelte che tutti noi facciamo
quasi inconsapevolmente nella nostra vita di ogni giorno, per esempio
quando facciamo la spesa o compriamo beni: dovremmo evitare di
comprare i prodotti delle multinazionali e scegliere la produzione
locale a parità di qualità per arricchire la nostra comunità.
Il Movimento
Distributista Italiano intende continuare ad impegnarsi, come già
sta facendo dal 2012, perchè questi contenuti entrino nel dibattito
politico attuale, giungano all'attenzione dell'opinione pubblica e
soprattutto si trasformino in leggi, norme, dispositivi legislativi e
fiscali concreti in grado di operare un miglioramento reale e
duraturo delle nostre condizioni di vita.
Il successo della nostra
azione dipende in grande misura dal vostro appoggio, dall'appoggio di
ogni cittadino ancora animato da buona volontà, al di là di ogni
ideologia o confessione.
Per preservare
interamente la nostra autonomia e non dover scendere a compromessi
con i diktat dei”poteri forti” intendiamo mantenere una
sostanziale indipendenza economica, puntando solo
sull'autofinanziamento e sul mantenimento di un'organizzazione
interna basata su una rigorosa partecipazione democratica.
Vogliamo cioè fondare la
nostra forza sulla validità dei nostri contenuti e sull'apertura ad
un dialogo incentrato sul senso comune e la ragionevolezza. Crediamo
fortemente nell'importanza di tenere dritta la barra del nostro
timone sul bene comune, perchè il bene comune è ciò che meglio
tutela l'interessa dei singoli.
Per questo abbiamo
lanciato una campagna nazionale di finanziamento e sostegno, che
durerà tre mesi, dal 20 agosto al 20 ottobre 2016, chiedendo ad ogni
persona che ha cuore il benessere proprio e della propria famiglia di
appoggiare e sostenere la nostra azione.
Sappiano che i tempi sono
magri e che le possibilità economiche e la disponibilità di tempo
di ognuno sono ridotte al lumicino. Per questo non chiediamo
l'impossibile ma solo che ognuno ci aiuti nei modi e nelle forme che
ritiene più opportune. Voi siete la famosa goccia che, unita alle
altre, è in grado di formare un oceano capace di vincere ogni
resistenza. Il simbolo del distributismo è l'arco di volta,
costituito da tante piccole pietre che, prese una ad una sono
insignificanti ed inutili, ma messe insieme riescono a reggere interi
edifici. Quelle singole pietre siamo ciascuno di noi, dobbiamo solo
passare dal disfattismo alla fiducia, dall'inerzia all'operosità,
con un piccolo gesto concreto.
Tale piccolo gesto
concreto può essere rappresentato da tante cose: approfondire la
conoscenza del distributismo, leggendo libri ed articoli (vedi post
e bibliografia sul nostro sito distributismomovimento.blogspot.com );
iscriversi al Movimento Distributista Italiano (vedi istruzioni su
nostro sito), partecipando alle attività dei gruppi locali e
nazionali o semplicemente venendo informati delle varie iniziative;
fare una donazione sul nostro sito con PayPal. Anche un minimo
versamento, a partire da 1 euro, può essere un segno importante.
Tutte le donazioni verranno contabilizzate ed esposte poi, in forma
anonima, sul nostro sito.
Non esitate pertanto a
fare la vostra parte, a trasformare la vostra sfiducia, disillusione,
rassegnazione e rabbia in speranza costruttiva basata su una sana
adesione al reale.
Sostenete il Movimento
Distritbutista Italiano, sostenete la libertà vera, vostra e dei
vostri figli.
Sul sito
distributismomovimento.blogspot.com basterà un click per dare il
vostro contributo e fare una donazione dell'importo che riterrete più
opportuno.
Il Comitato Direttivo
MODIT
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