I tassisti si ribellano contro la libertà.
Sembra essere questo il tema dominante, e paradossale, delle
recenti vicende che hanno visto una vera e propria ribellione del popolo dei
tassisti, ribellione forte e vigorosa, spontanea, motivata dall’impellente
necessità di difendere il proprio lavoro e la propria vita.
Sullo stesso piede di guerra, in Italia e nel mondo, ci
trovano praticamente tutte le altre categorie di lavoratori, che per adesso
incassano passivamente i colpi che gli vengono da una tassazione sempre più
alta, da una precarietà lavorativa e da debiti sempre più alti e dalla cronica
perdita del potere d’acquisto.
Incassano, finchè la misura sarà colma, finchè non vedranno
minacciate, come i tassisti, le loro priorità vitali.
Per che cosa e contro che cosa i tassisti sono scesi in
piazza?
La richiesta, appunto paradossale ma reale, è di una
restrizione delle libertà e di un aumento dei vincoli normativi che devono
regolare la loro attività. In assenza di tali vincoli si è infatti sperimentato
che il libero mercato produce una solo cosa: miseria, prevalenza del più forte
sul più debole e concentrazione della proprietà nelle mani di pochi.
La quesitone è di centrale importanza perché mina alla radice
il concetto di libertà su cui si basa il liberal-capitalismo. Tale libertà
infatti, a ben guardare, è una libertà utopica, cioè letteralmente un “non
luogo”, dal greco “ouv”=non e “topos”=luogo. E’ cioè la stessa libertà che
hanno le cellule cancerogene di proliferare senza più ordine e misura,
producendo una grande massa di cellule non più legate da vincoli funzionali se
non quelli appunto della massima crescita, con la conseguenza delle morte del
tessuto ospitante ed, infine, del tumore stesso. Dal punto di vista sociale ciò
corrisponde alla morte del tessuto sociale con la formazione di una massa di “dipenenti”,
cioè di persone che hanno perso la proprietà dei mezzi di produzione e sono
ridotti ad una condizione servile.
I limiti invece è proprio ciò che i tassisti stanno chiedendo
disperatamente ai nostri governanti, i quali, da bravi camerieri dei banchieri,
continuano invece imperterriti sulla strada del liberismo selvaggio, una strada
imposta loro dalle grandi centrali economico-finanziarie che detengono oggi
saldamente il potere reale.
L’esperienza ci insegna infatti che la libertà vera, sia sul
piano personale sia sul piano socio-economico, non è quella condizione in cui
rinunciamo ad ogni vincolo ma, all’opposto, quella in cui scegliamo liberamente
e consapevolmente dei vincoli che ci aiutano a sviluppare al massimo le
potenzialità disponibili.
Questa è il tipo di lbertà che il distributismo propone.
Tornando ai tassisti: il distributismo ritiene che sia buono
e giusto che siano i tassisti stessi, organizzati territorialmente, a discutere
e proporre democraticamente tutti gli aspetti che riguardano il loro contesto
socio-lavorativo, comprese le norme che devono regolare il loro agire. Ciò non
dovrebbe essere un evento una tantum ma la norma. Essi, sulla base di questa
sacrosanta spinta dal basso, dovrebbero quindi costituirsi in una gilda
permanente ed appropriarsi una volta per tutte della libertà vera, quella di
poter decidere sulle questioni concrete che riguardano la vita socio-
lavorativa quotidiana.
Ciò implica una presa di distanza netta e risoluta dal
concetto di libertà assoluta – e quindi
falso e mortifero – del liberal-capitalismo, che propone una democrazia –
altrettanto falsa e mortifera – che si esaurisce nel voto partitocratico e che
esita inevitabilmente nella dittatura del più forte, cioè di un’elite ristretta
che detiene il potere economico-finanziario.
Come Movimento Distributista Italiano rivolgiamo pertanto un
appello chiaro ai tassisti:
non accontentatevi delle false promesse dei politicanti di
turno, prendete coscienza della forza e vitalità della vostra categoria,
costituitevi in una gilda dei tassisti, al di là di ogni divisione ideologica,
partitica, sindacale, confessionale, una
gilda che diventi il luogo permanente in cui poter sperimentare e vivere la vera
libertà, quella a cui ogni uomo ha diritto.
Per informazioni: distributismomovimento.blogspot.com
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