Il voto di scambio in Italia, si
sa, regna sovrano. Aldilà di ogni ipocrisia è opportuno chiedersi il perché di
questo fenomeno dilagante. Ad una analisi più approfondita il voto di scambio
risulta essere un segnale significativo: il segnale del fallimento totale non
di questo o quel partito ma del sistema dei partiti o partitocrazia. Come
distributisti non abbiamo nessun dubbio nell’affermare che il sistema dei
partiti rappresenta lo strumento privilegiato di controllo e direzione di una minoranza
che detiene la maggior parte delle risorse economiche e finanziarie sul resto
della popolazione. Il gioco è piuttosto semplice: per essere eletti sono
necessari dei finanziamenti per la campagna elettorale. I finanziamenti vengono
per necessità da chi ne può disporre. Chi ne può disporre di fatto controlla
qualunque persona che venga eletta. I Cinque Stelle ne sono l’esempio più
eclatante. Casaleggio controlla il Movimento Cinque Stelle semplicemente per il
fatto che ne è stato e ne è il
principale finanziatore: il partito è in questo senso è una sua creatura, una
sua proprietà. Questo sistema, il
sistema dei partiti o partitocratico, è contrario alla vera democrazia. Il
cittadino medio si sente impotente ed in effetti lo è. In questo contesto, il voto
di scambio rappresenta il tentativo, disperato e perverso, di ampie fasce della
popolazione di ovviare all’espropriazione totale del potere a cui sono
soggette, l’unico modo di “contare” rispetto alla vita socio-lavorativa concreta.: io ti do
il voto e tu in cambio mi dai quello che mi interessa e così siamo tutti
contenti. L’esempio più evidente è la Sicilia, in cui il voto di scambio ha
rappresentato per decenni l’unica possibilità per migliaia e decine di migliaia
di famiglie di avere un lavoro ed una vita accettabile dal punto di vista
economico ma non certo dal punto di
vista della dignità personale.
Per risolvere il gravissimo
problema del voto di scambio sono inutili, controproducenti ed ipocriti i
richiami al valore morale dell’onestà. Coloro che conoscono, gestiscono e si
ingrassano con il sistema perverso dei partiti, che autorità morale hanno per
accusare coloro che, dal basso, si agganciano alla scialuppa di salvataggio del
voto di scambio? Una vera onestà intellettuale impone infatti la presa di
coscienza della situazione reale e quindi il superamento del sistema dei
partiti ed il passaggio ad una forma di rappresentanza che consenta davvero
alla gente in primis di avere un lavoro e poi di partecipare alle decisioni
concrete della propria vita lavorativa. Si tratta cioè di creare sul territorio
per ogni comparto lavorativo dei contenitori in cui il cittadino possa
partecipare a deliberare decidere ed attuare tutte quelle scelte che riguardano
la propria vita concreta professionale; si tratta di instaurare, in forma nuova
ed adeguata ai tempi, il principio di rappresentanza corporativa, l’unico che
possa consentire una vera democrazia e il superamento definitivo della
plutocrazia attuale, cioè del dominio dei soldi su ogni altro valore. Si tratta
di rimettere al centro dell’agire politico e sociale il lavoro e le competenze
e non il conto in banca dei soliti finanziatori che perseguono i propri
interessi, si tratta di
liberare le capacità ed i talenti del singolo da ogni laccio o lacciolo che ne
impediscono lo sviluppo, si tratta di creare le condizioni per l’aumento della
ricchezza vera, quella che si basa sull’espressione delle capacità creatrici
dell’uomo, si tratta di rimettere il denaro al servizio dell’economia e dell’uomo
e non viceversa.
Ci appelliamo pertanto a tutti gli
uomini di buona volontà: uscire dalla piaga del voto di scambio e da questa
cronica crisi economico-sociale e politica che ne è il logico prodotto, si può
e si deve.
Si può, perché il 90% degli
italiani in cuor loro sono persone oneste e laboriose che chiedono solo di
avere una vita normale. Si deve, perché non possiamo consegnare ai nostri figli
un futuro simile al nostro presente.
Il Movimento Distributista
Italiano (distributismomovimento.blogspot.com), rigettando il capitalismo ed il
socialcomunismo e tutti i loro corollari, è in prima fila, con proposte
concrete, ragionevoli e sensate che non pretendono di realizzare il paradiso in
terra ma certamente di mettere fine prima possibile all’incubo surreale in cui
viviamo.
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