sabato 29 aprile 2017

ALITALIA, UNA COAZIONE A RIPETERE



Il fenomeno Alitalia è una sorta di coazione a ripetere, che ancora una volta mostra il fallimento delle due ideologie oggi dominanti, capitalismo e social-comunismo. Da una parte abbiamo il carrozzone Alitalia, gestito con logiche assistenzialistiche e sindacali, condannato al fallimento sui mercati; dall'altro il fenomeno Ryan Air, gestito con il criterio ultra-liberistico, che, comprimendo i diritti e le paghe dei lavoratori e giocando su una concorrenza al limite della legalità, conquista i mercati ed arricchisce i pochi proprietari.
L'unica soluzione è quella distributista: lavoratori-proprietari che si responsabilizzino, dividano equamente i profitti, tutelino i diritti del lavoro sulla speculazione, mantengano una sufficiente flessibilità per adeguarsi alle mutazioni del mercato: è la lotta tra il senso comune del distributismo e le follie di capitalismo e social-comunismo statalista.
Per informazioni:
Distributismomovimento.blogspot.com

martedì 25 aprile 2017

25 APRILE: IN ATTESA DELLA VERA LIBERAZIONE, QUELLA DALLA DITTATURA FINANZIARIA



La parola liberazione ha da sempre affascinato l’umanità, fin dall’albore delle civiltà.
Tutta la storia umana si può sintetizzare nello sforzo appassionato delle varie culture di avvicinarsi il più possibile alla vera libertà, percepita nelle sue due principali dimensioni, inestricabilmente collegate, quella interiore e quella esteriore.
Si può anzi sostenere che il metro della validità o meno di una civiltà può essere considerato il grado di libertà che essa è in grado di sviluppare nella sua popolazione.
Così la cultura greco-romana propose la libertà dal vizio e la realizzazione delle virtù per la liberazione interiore dell’uomo ed un’integrazione di varie forme politiche - la democrazia, l’oligarchia e la monarchia - per quella politica.
Il cattolicesimo, che segui al crollo dell’impero romano, riprese questa eredità.  Alla virtù aggiunse la santità, dal punto di vista della liberazione interiore, e mantenne democrazia, oligarchia e monarchia come le tre principali forme politiche in grado, integrandosi armoniosamente, di favorire e sostenere la libertà degli individui. Il mondo moderno invece, in opposizione al pensiero precedente, propose un modello del tutto nuovo di libertà: non più libertà di – per esempio di raggiungere la virtù o la santità - ma libertà da – cioè l’abbattimento di ogni vincolo alla libertà del singolo,  intendendo quindi il singolo stesso come punto di riferimento ultimo, soggettivo, di ogni giudizio di valore. Si tratta in sintesi del superuomo nietzschiano che, abbandonato ogni riferimento Altro, dichiara morta ogni divinità e si fa esso stesso dio. Così la libertà diventa dal punto di vista interiore la demolizione di ogni limite e dal punto di vista politico la possibilità dell’individuo di esprimere il suo parere singolo attraverso il voto. Il raggruppamento contrattuale delle singole volontà, scisso da ogni riferimento ad un orizzonte valoriale condiviso , diventa, qualunque esso sia, una volta raggiunta la maggioranza, il sistema che va imposto alla società ed a cui tutti si devono sottomettere.
È evidente che il mondo in cui viviamo non è più il mondo della cultura greco-romana, né quello del cattolicesimo ma quello della post-modernità, in cui anche le poche ultime certezze che la modernità non aveva del tutto abbandonate, sono state sostituite dal relativismo e dal soggettivismo più assoluto, proseguendo sulla traccia del superomismo di Nietzsche.
Che ne è però della nostra libertà? Dal punto di vista interiore all’individuo è stato tolto ogni punto di  riferimento per gestire il proprio mondo interno e relazionale, e ciò ha prodotto confusione, isolamento, angoscia, frammentazione sociale, solitudine. Dal punto di vista politico, la cancellazione di ogni riferimento valoriale oggettivo condiviso e la sostituzione dell’idea di verità con quella di opinione, ha portato alla totale supremazia del fattore quantitativo su quello qualitativo, al predominio del numero sui valori, della forza sull’intelligenza. Il vasto potere che oggi la finanza ha conquistato su ogni sfera dell’agire umano non è altro che la conseguenza logica di questo processo. Una volta abbandonato, come retaggio obsoleto di epoche passate, il concetto universale di giustizia sociale, una volta sfibrata la coscienza morale dei cittadini con la negazione di ogni ordine morale oggettivo, tutto è possibile ai signori della finanza, che non trovano ormai alcuna resistenza ad imporre la loro legge, quella dei soldi. In questo modo si è andata creando una vera e propria dittatura finanziaria, che stabilisce leggi ed ordinamenti comprando letteralmente i legislatori; detta le linee programmatiche ai politici; indirizza ed orienta i costumi morali verso una sempre maggiore rilassatezza, che obnubila la capacità critica dei cittadini e li rende schiavi delle loro passioni, favorendo sempre e comunque una vita sessuale ordinata prevalentemente al soddisfacimento del piacere individuale; stabilisce gli stili di vita attraverso un condizionamento mentale pervasivo operato dai mass-media, che per lo più possiede; controlla totalmente l’economia attraverso il monopolio assoluto dell’emissione monetaria, indebitando in maniera esponenziale Stati e cittadini; concentra proprietà e potere sempre più nelle mani di pochi, impoverendo le società e le istituzioni pubbliche. Dopo aver prodotto capitalismo e social-comunismo, la grande finanza ora li vuole alleati nella realizzazione di quel grande Stato Servile, preconizzato da Hilaire Belloc nel 1913, verso cui ci stiamo sempre più progressivamente dirigendo. E’ questo il progresso di cui oggi si parla tanto!
Il lato perverso di quesa dittatura finanziaria – d’altronde simile a quello di ogni dittatura – è che ci vuole convincere che viviamo nel migliore dei mondi possibili, dove la libertà ha trovato il suo finale e definitivo compimento. Ci vuole fare festeggiare questo 25 aprile come un rito, in cui ormai nessuno più crede, per celebrare la vittoria contro il male assoluto, seppellendo la verità della storia sotto un mare di propaganda.
Non ci rimane altro che rimanere fedeli alla vera libertà, quella che percepiamo distintamente nel profondo dei nostri cuori e che si spinge a combattere tenacemente questo apparato perverso basato sul denaro,  nella speranza che si potrà celebrare presto la vera festa della vera liberazione, quella dalla dittatura finanziaria che oggi condanna alla schiavitù le nostre vite.