domenica 12 luglio 2015

Tsipras e la Merkel: un riedizione della classica alleanza tra social-comunismo e liberal-capitalismo.


Tsipras, lungi dal riprendere la chiara volontà popolare espressasi con un referendum contro le proposte involutive della Troika, ha deciso di consegnare la Grecia agli usurai della Banca Centrale Europea, del Fondo Monetario Internazionale e della Commissione Europea: perché? Per inconfessabili pressioni personali, intrallazzi vari di corte?
No, o comunque non principalmente per questo ma per quello che i distributisti affermano da sempre: la sostanziale convergenza tra social-comunismo e liberal-capitalismo rispetto ad un comune modello economico-sociale caratterizzato da forte dirigismo centralista, dalla forte limitazione del potere dei corpi intermedi e quindi dal rifiuto di una vera democrazia partecipativa. Non interessa a Tsipras abbattere il monopolio bancario dell'emissione monetaria e lo strapotere della finanza sull'economia reale - non mi risulta infatti he abbia mai parlato - ma piegare questi enormi strumenti di potere, almeno in parte, ai supremi interessi della classe proletaria. Una sorta di inveramento del capitalismo in salsa socialista, proprio come i democristiani in Italia tentarono di operare l'inveramento del comunismo in salsa Dottrina Sociale della Chiesa.
Tsipras non ha mai accennato infatti alla partecipazione dei lavoratori alla proprietà dei mezzi di produzione né di quella forma reale di democrazia che consiste nel restituire ai vari comparti lavorativi la libertà di decidere tutte le questioni più importanti della loro vita socio-lavorativa (principio corporativo).
Capitalismo e social-comunismo, diceva già Chesterton un secolo fa, sono due facce della stessa medaglia: per questo non ci si può stupire di quanto stia avvenendo in Grecia, non ci si può stupire che la Merkel e Tsipras abbiano molto di più in conune di quanto vogliano farci credere.

Matteo Mazzariol
Presidente MODIT (Movimento Distributista Italiano)

Nessun commento:

Posta un commento