sabato 2 giugno 2018

AMBIGUITA' DEL SOVRANISMO E NECESSITA' DEL DISTRIBUTISMO




Oggigiorno sembra che lo scontro principale sulla scena politica sia quello tra sovranismo e globalismo. Certamente in ciò c’è qualcosa di vero ma il discorso rischia di essere un po' riduttivo.

Per sovranismo si intende infatti la tendenza a non cedere ulteriori poteri ad entità sovra-nazionali ed a riconvogliare tali poteri entro una dimensione nazionale.
In questo senso il sovranismo rappresenterebbe una mera reazione di resistenza ad un fenomeno in corso ed un desiderio di tornare al modus vivendi precedente.

Il modus vivendi precedente però non si qualificava affatto per una condizione di reale sovranità popolare ma per il dominio a livello nazionale di quelle elitè economio-finanziarie che adesso vorrebbero dominare a livello sovra-nazionale.
L’esempio più eclatante è quello delle banche: c’è poca differenza tra una banca centrale italiana che stampa denaro come debito di Stati e cittadini ed una Banca Centrale Europea che attua lo stesso meccanismo da Bruxelles. In ambedue in casi la proprietà del denaro al momento dell’emissione rimane in mano ai banchieri e non ai cittadini od agli Stati, i quali banchieri rimangono sempre e comunque in grado di condizionare ogni aspetto della vita della comunità, politica in primis.
Ancora: se una nazione rimane “sovrana” ma al suo interno non si attua una politica che punti alla massima possibile diffusione della proprietà produttiva e si avvantaggiano come al solito le grandi multinazionali ed il grande business speculativo, fa poca differenza se il potere reale sia in mano a dei burocrati europei od a dei burocrati autoctoni.
Ciò che va in primo luogo capito è che se si vuole parlare di sovranità popolare non si può prescindere da quattro fattori:
la centralità economico-sociale della famiglia tradizionale, la proprietà popolare della moneta al momento dell’emissione, la massima possibile diffusione della proprietà produttiva e la restituzione dei poteri reali alla gente attraverso le gilde o corporazioni di arti e mestieri. Sono questi i quattro punti che costituiscono il cardine del pensiero distributista, decisamente alternativo a capitalismo e social-comunismo.
Paradossalmente, se l’Unione Europea cambiasse politica ed attuasse rigorosamente e in maniera coerente questi quattro punti,  cioè attuasse una politica distributista, potrebbe contribuire all’aumento della sovranità popolare meglio che un governo nazionale ad orientamento capitalista o social-comunista.

Attenzione quindi ai termini: distributismo si, sempre e comunque,  sovranismo si, ma solo a certe condizioni.

Per informazioni ed adesioni distributismomovimento.blogspot.com

Nessun commento:

Posta un commento