giovedì 24 gennaio 2019

IL FALSO DILEMMA TRA PUBBLICO E PRIVATO



In tutto le discussioni di natura economico-politica e sociale relative ai possibili assetti di gestione dei più importanti comparti dell'attività umana (sanità, educazione, università, industria, edilizia, trasporti, solo per citarne alcuni) il dibattito rimane ingabbiato dentro un recinto mentale all'interno del quale esistono due uniche polarità: da una una parte i privati, il cui fine prevalentemente sembra essere il profitto personale ma in grado forse di offrire più efficienza, dall'altra lo Stato, in grado di evitare gli abusi speculativi ma non quelli legati ad una burocrazia lenta, inefficiente e corrotta.
Questa netta polarità non considera nell'equazione una terza componente, in grado di risolvere di fatto l'intera problematica: un privato cioè non finalizzato al profitto ma alla soddisfazione di compiere con impegno e buoni risultati il proprio mestiere, un privato che mette cioè la passione di fare bene il proprio lavoro prima del desiderio di guadagno.
Non si tratta di astratta utopia ma di tenace adesione al reale. Tale privato infatti oggi esiste già ed è rappresentato dalla stragrande maggioranza dei lavoratori, i quali però, essendo per lo più in una condizione di "dipendenza" rispetto al ristretto numero di proprietari, siano questi proprietari lo Stato od i pochi capitalisti, di fatto sono messi nella condizione di contare poco o nulla nelle decisioni importanti e significative che riguardano l'organizzazione e le varie fasi e componenti dell'attività lavorativa.
In questo modo la diatriba tra pubblico e privato, privata di questa componente fondamentale, non potrà altro che esitare in sterili ed improduttivi compromessi tra due grandi macchine, quella del grande Stato e del grande capitale, perpetuando quella netta separazione tra capitale e lavoro che è alla base dell'attuale finanziarizzazione di ogni attività umana e del pressochè totale svilimento del ruolo reale del lavoro rispetto al capitale, con tutte le nefaste conseguenze che abbiamo sotto gli occhi.
La vera alternativa quindi non è quella tra pubblico e privato ma tra un privato di lavoratori-proprietari, uomini liberi di sviluppare tutte le loro risorse lavorative, e l'asservimento attuale di cittadini-dipendenti, privi di ogni proprietà dei mezzi di produzione e totalmente passivi di fronte al grande Stato ed alla grande finanza.

Per informazioni ed adesioni distributismomovimento.blogspot.com

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