mercoledì 31 luglio 2019

DISTRIBUTISMO: L’UNICA VIA D’USCITA ALLA SCHIAVITÙ DELL’OLIGARCHIA FINANZIARIA


  1. Il distributismo: unica via d'uscita dalla schiavitu' delle oligarchie finanziarie

  2. Qualche politico lo ha accennato nel corso delle varie campagne elettorali: la lotta oggi non e' piu' quella tra destra, sinistra e centro - sempre ammesso che questa lo sia mai stata anche in passato. La vera lotta oggi e' quella tra oligarchie finanziarie e popolo, gente comune. 
  3. Nulla di nuovo, dira qualcuno, e possiamo certamente essere d'accordo se e' vero, come e' vero, che la tendenza di una minoranza sociale ad accentrare su di se il potere reale ed il controllo diretto della masse sia sempre stata una variabile presente nella storia.
  4. Come interpretare altrimenti quanto avvenuto nell'antica Roma, in cui una ristretta elite di proprietari riusci', attraverso il prestito ad interesse od usura, a ridurre progressivamente in miseria e sul lastrico un'intero popolo ed il suo Stato, trasformando i piccoli proprietari terrieri in proletari privi di ogni bene, costretti a vendere il proprio lavoro per un nulla al miglior offerente e provocando il collasso finale di un impero? Come interpretare altrimenti quanto avvenuto nella Firenze del 1400 prima e poi in Inghilterra a partire dal XVII sec. in cui una minoranza di proprietari, sempre attraverso l'usura o prestito ad interesse, accentrarono su di se' beni e ricchezze immense, privando una fetta consistente della popolazione dei beni essenziali (casa e piccoli fondi per l'autosussistenza).
  5. Tale fenomeno fu poi a posteriori chiamato liberal-capitalismo ed assurse al rango di ideologia e di modello economico, venendo surrettiziamente legittimato agli occhi dell'opinione pubblica. Non solo. Nell'ultimo secolo, di fronte alle persistenti e continue evidenze della sua strutturale inconsistenza ed insostenibilita', esso venne fronteggiato da altri sistemi (il social-comunismo, il fascismo, il nazional-socialismo), i quali, pero', lungi dal mettere in dubbio il suo paradigma di fondo - cioe' il fatto che sia buono e giusto che il capitale sia separato dal lavoro e che la proprieta' produttiva e finanziaria sia concentrata nelle mani di pochi - ne rappresentarono solo temporanee varianti, sconfitte a loro volta o militarmente o sul piano dei fatti.
Con la caduta del muro di Berlino nel 1989, il liberal-capitalismo si impose infine come il vincitore assoluto, tanto da spingere molti a decretare la fine della storia ed il raggiungimento del punto escatologico finale.
  1. Cerchiamo di vedere quindi piu' da vicino cosa questa vittoria abbia compartato e comporta per tutti noi, per l'uomo della strada.
  2. La vittoria del capitalismo consiste sostanzialmente nell'affermazione totale ed assoluta del potere delle oligarchie economico-finanziarie sul resto della popolazione.
  3. Lo strumento attraverso cui questo dominio si realizza si chiama denaro-debito. Il liberal-capitalismo infatti ha instaurato un sistema monetario in cui il denaro nasce solo ed esclusivamente dal nulla come debito di Stati, cittadini ed imprese verso il sistema bancario privato, con tanto di interessi. Questo sistema viene indicato apoditticamente nei testi scolastici ed universitari che rispecchiano l'ideologia dominante come il migliore dei sistemi possibili e nessuna riflessione di natura giuridica, etica, economica e sociale viene effettuata rispetto alle sue possibili e nefaste conseguenze.
  4. In questo modo l'elite finanziaria, strettamente intrecciata con l'oligarchia economica, e' riuscita a concentrare nelle proprie mani il potere dei poteri, cioe' appunto quello di creare denaro dal nulla, di decidere quanto crearne ed a chi indirizzarlo. Una tale colossale ed ubiquitaria frode poteva essere fatta in un solo modo e cioe' con l'inganno, la menzogna, l'omerta'. L'opinone pubblica e' stata e viene infatti continuamente ingannata rispetto al fatto che le banche non creerebbero denaro ma trasferirebbero solo denaro da una persona ad un'altra, cosa assolutamente non vera. L'opinone pubblica e' poi vittima della colossale menzogna secondo cui il debito oggi sarebbe causato principalmente dal fatto che le persone tendono a vivere al di sopra dei propri mezzi: anche questo, assolutamente falso. Infine l'opinione pubblica e' vittima di una omerta' subdola e generalizzata da parte di tutti coloro che - giornalisti, politici, uomini di scienza, universitari - sanno ma non dicono, per paura di andare contro il sistema e perdere quelle briciole di benessere che esso gli consente.

  5. Un'altra enorme menzogna di cui l'opinione pubblica e' vittima e' quella che riguarda la politica. Ci vogliono far credere che viviamo in un sistema altamente democratico in cui, dopo secoli di oscurantismo totalitario, si e' giunti finalmente al massimo di liberta e partecipazione politica possibile attraverso il sistema della partitocrazia. Assolutamente falso anche questo! La partitocrazia - i distributisti Chesterton e Belloc lo avevano gia' chiarito un secolo fa' - rappresenta proprio invece la negazione della liberta' politica e della partecipazione e la massima sottrazione di potere reale a cui la popolazione puo' essere soggetta. L'unica liberta' che la partitocrazia garantisce e' infatti quella di mettere un pezzo di carta dentro un'urna ogni 4 o 5 anni ma per il resto il cittadino viene poi deprivato di ogni concreta, tangibile, reale possibilta' di discutere e decidere le questioni che riguardano la sua quotidiana vita socio-lavorativa. Inoltre la possibilita' di accedere alla vita politica attiva e' fortemente condizionata dal possesso di risorse finanziarie adeguate: in poche parole, chi non ha i soldi o l'appoggio dei grandi mezzi di comunicazione, chi insomma non e' in qualche modo colluso con l'oligarchia economico-finanziaria che monopolizza il denaro, l'istruzione e  la comunicazione, non ha nessuna possibilta' di successo elettorale. La politica con la partitocrazia e' infatti scaduta a livello di marketing, in cui cio' che conta non sono piu' i contenuti e la loro adeguatezza rispetto al reale ed ai valori di giustizia ed equita', contenuti diventati ormai liquidi e scambiabili a piacimento e quasi insignificanti, ma il consenso elettorale, un fattore che ha a che fare con una volontaristica cieca ed emotiva adesione  piu' che con il risultato di una seria e ponderata decisione, una merce in nome della quale i polticanti di turno sarebbero disposti a vendere l'anima al diavolo pur di averla.
  6. Denaro-debito bancario e partitocrazia, conditi con la gestione monopolistica dell'informazione e dell'educazione, sono i mezzi con cui le elite economico-finanziarie di oggi tendono saldamente nelle loro mani le redini del potere. Con questi mezzi sono riusciti ad introdurre in occidente quella schiavitu' che secoli di cattolicesimo riuscirono ad abbattere, una schiavitu' che non passa piu' attraverso le catene visibili di ferro ma attraverso quelle invisibili del debito, per cui il cittadinio medio che ha aperto un mutuo, per esempio, e' costretto a lavorare meta' della sua vita per riempire le casse delle banche di soldi con il denaro che deve versare di interesse per la somma ricevuta in prestito e creata dal nulla nel giro di una frazione di secondo con una digitazione di computer da parte della banca stessa. Di piu': la schiavitu' a cui tutti noi siamo sottomessi e' quella del fatto che  il nostro lavoro non e' piu' in grado di creare alcuna ricchezza per noi e per le nostre famiglie. Come potrebbe essere infatti che questo accada, nel momento in cui esiste una merce, il denaro, che e' in grado di moltiplicare se stessa all'infinito ed in maniera ineluttabile attreverso il tasso d'interesse, indipendentemente da ogni fattore contingente del mercato e da ogni limite umano? Come potrebbe un padre di famiglia pensare di mantenere dignitosamente se stesso e la propria famiglia con il proprio lavoro, se ogni tipo di denaro immesso in circolazione nasce come debito verso il sistema bancario e pertanto a questo va ritornato con tanto di interessi?

  7. E' innegabile quindi che viviamo in una sorta di gabbia da cui e' praticamente impossibile uscire se non si scardina la struttura di fondo su cui essa e' basata, e cioe' il denaro-debito bancario, la partitocrazia ed un sistema economico in cui l'utile ed interesse personale sono stati elevati a supremi fattori in grado di condizionare e determinare tutto il resto.
  8. Il Movimento Distributista Italiano a questo proposito ha le idee chiare. Risalire la china e' possibile, rientra nelle nostre capacita': basta dire un no secco al liberal-capitalismo ed a tutti i suoi inconsistenti principi; basta dire un no secco al social-comunismo ed a tutti i suoi ibridi e derivati, incluso il keynesismo ed il post-keynesismo; basta dire un no secco alla partitocrazia ed alla sua falsa ed ipocrita democrazia. Basta dire un no secco all'attuale Stato Servile, in cui l'alleanza tra grande Stato e grande finanzia sta riducendo in miseria la maggior parte dei cittadini. Dicendo tutti questi no e si invece al senso comune ed alla ragionevolezza sara' facile ritrovare la strada dell'equita', dell'equilibrio, della giustizia sociale e della prosperita' economica. Questa strada non puo' altro che basarsi su quattro pilastri essenziali:
  9. - la centralita' della famiglia naturale
  10. - la unione di capitale e lavoro e la massima possibile diffusione della proprieta' produttiva
  11. - la restituzione di poteri politici concreti alla gente attraverso l'aggregazione in comparti socio-lavorativi (gilde o corporazioni di arti e mestieri)
  12. - l'introduzione di un denaro libero da debito e da tasso di interesse.

  13. Questi sono i fondamenti politici saldi, affidabili, concreti e fecondi di possibili sviluppi che il Movimento Distributista Italiano ed il distributismo intendono proporre al popolo italiano per uscire dalla schiavitu' verso le oligarchie finanziarie e ridare speranza e liberta' vera alla nostra nazione.

  14. Per informazioni ed adesioni distributismomovimento.blogspot.com

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