mercoledì 27 aprile 2016

Capitalismo, social-comunismo e schiavitù da una parte, distributismo e libertà dall'altra: questa è la posta in gioco!


Il distributismo ha un principale nemico: la concentrazione del potere e della proprietà nelle mani di pochi. Storicamente sono due i sistemi che hanno realizzato e tentano ancora di realizzare un tale modello: il capitalismo (=potere concentrato nelle mani di un elitè economico-finanziaria) ed il social-comunismo (=potere concentrato nelle mani della nomenclatura statale). Tali modelli sono apparentemente in conflitto: nella prassi essi spesso collaborano, unificati dal loro principio comune: mantenere il potere e la proprietà saldamente all'interno di una cerchia ristretta.
Il distributismo, in nome della ragionevolezza e del senso comune, afferma senza tema di smentita che un tale modello è disfunzionale, inefficiente dal punto di vista economico, nefasto dal punto di vista del benessere sociale. Esso in sintesi costituisce una perversione economico-sociale che va combattuta ed eliminata.
Al suo posto il distributismo propone un modello semplice e lineare, e soprattutto concreto e fattibile, in cui proprietà e potere siano al massimo grado diffusi tra la popolazione, non attraverso l'intervento ex post ed arbitrario dello Stato che deve togliere ai ricchi per dare ai poveri attraverso le tasse ma a partire dal basso, dalle fondamenta legislative, economico e sociali della società stessa, in grado di creare le condizioni naturali per un'equa distribuzione delle risorse.
Una società in cui tante persone sono messe nella condizioni, utilizzando i propri talenti, di essere proprietari è una società di esseri liberi. Una società, come quella capitalista e social-comunista, in cui la proprietà è concentrata nelle mani di pochi, è una società di schiavi.
Capitalismo, social-comunismo e schiavitù da una parte, e distributismo e libertà dall'altra: questa è la posta in gioco!

Cosa propone concretamente il distributismo?
Poche cose e semplici: una moneta che nasca di proprietà dello Stato e dei cittadini al momento dell'emissione, il recupero dell'indipendenza economica della famiglia, la restituzione del potere decisionale direttamente ai vari comparti lavorativi presenti sul territorio, l'unione tra capitale e lavoro, in modo che chi voglia sia messo nelle condizioni di diventare proprietario dei mezzi di produzione su cui si basa la propria attività.
Moneta, famiglia, stato partecipativo delle gilde o corporazioni, unione tra capitale e lavoro: queste sono le 4 direttive prinicipali che il distributismo indica quali strade maestre da seguire per giungere ad una società più equa ed a misura d'uomo. Queste sono le 4 direttive principali, che, in netta antitesi a capitalismo e social-comunismo, posso intercettare e dare risposta alla speranza ed alle attese di milioni di italiani che combattono quotidianamente la loro battaglia contro le storture di un sistema marcio fin dalle sue fondamenta e che l'apparato connivente dei media vorrebbe farci passare come ineluttabile ed insostituibile.
Rimettiamo il denaro al servizio dell'economia e non degli interessi di una casta di usurai; rimettiamo l'economia al servizio delle famiglie e non dei profitti degli speculatori; trasformiamo il lavoro da merce al servizio delle multinazionali apolidi a strumento di realizzazione dell'uomo; togliamo il potere politico ai burocrati dello Stato ed all'elite finanziaria e restituiamolo alla gente che lavora: in una parola, diciamo un secco no a capitalismo e social-comunismo ed un deciso si al distributismo!
Da dove si può cominciare? Dal nostra agire quotidiano: per esempio, per avere una società di produttori locali per consumatori locali, incominciamo a non comprare più nulla nelle grandi catene commerciali o nella grande distribuzione: spendiamo i nostri soldi nei piccoli negozi locali, dai piccoli produttori della porta accanto. Se ognuno di noi, resistendo agli abbagli della pubblicità, attuasse questo piccolo comportamento, già avremmo fatto un grosso passo avanti.
Tante altre sono le inziaitive concrete che è possibile intraprendere fin da ora.
Il Movimento Distributista Italiano, insieme alle tante associazioni amiche, sta portando avanti una battaglia su vari fronti.
Per ulteriori informazioni rimandiamo al sito distributismomovimento.blogspot.com

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