giovedì 22 dicembre 2016

L'idolatria del denaro, il terreno d'incontro di capitalismo e social-comunismo



"'L'universale rispetto del denaro è il solo fatto ottimista della nostra civiltà, è il solo punto sano della nostra coscienza sociale. Il denaro è la cosa più importante del mondo. Rappresenta salute, forza, onore, generosità e bellezza palesemente ed innegabilmente come la mancanza di denaro rappresenta malattia, debolezza, vergogna, viltà e brutezza".

Indovinate un pò chi ha scritto queste note?
David Rochefeller? Mayer Amschel Rothschild, il fondatore di una delle caste finanziarie più importanti al mondo? Gordon Gekko, il finanziere senza scrupoli del film "Wall Street"? No, nessuno di questi personaggi.
Si tratta di George Bernard Shaw, scrittore e drammaturgo inglese, premio nobel per la letteratura, vissuto dal 1856 al 1950, cofondatore nel 1895 della "London School of Economics and Political Science", fervente sostenitore della Russia stalinista ed uno dei primi membri della Fabian Society, famosa ed influente associazione socialista.

Rimane ancora qualche dubbio sull'innegabile convergenza tra liberalismo economico e social-comunismo, cioè tra due modelli che propugnano entrambi risolutamente la concentrazione della proprietà e del potere nelle mani di pochi?
Rimane ancora qualche dubbio sul fatto che tali modelli considerino il denaro come il principale strumento di assoggettazione dell'umanità intera ai propri disegni?

Deificare il denaro ed il prestito ad interesse, come fa George Bernard Shaw, vuol dire deificare i suoi sacerdoti, cioè i banchieri, che detengono ora e detenevano nel 1905, nell'anno in cui scrisse le note sopra riportate, il monopolio totale dell'emissione monetaria.

Deificare il denaro vuol dire mettere ai margini il lavoro, la produttività, la creatività umana e proporre l'avarizia ed il desiderio di lucro come massima virtù umana.
Deificare il denaro vuol dire quindi condannare l'uomo all'inferno, già su questa terra.

Le cose vanno dette chiare: porre il denaro in sè al centro del proprio orizzonte valoriale equivale mettere il nulla. Aristotele lo aveva già chiarito nel IV sec. a.C.: il denaro di per sè è sterile, non produce niente, la sua funzione essenziale è solo quella di essere un facilitatore degli scambi. La denarocrazia o plutocrazia, di fatto sostenuta dall'establishment mass-mediatico/culturale attuale, può produrre solo nichilismo e relativismo, il terreno ideale per far si che quegli stessi banchieri che reggevano le sorti delle nazioni e delle popolazioni ai tempi di George Bernard Shaw continuino a farlo oggi.

Su questo il distributismo non ha dubbi: la prima operazione culturale da compiere è quella di far capire all'opinione pubblica quale sia la funzione naturale del denaro, far capire quale tipo di denaro sia ossigeno per la società e quale invece veleno. Su questo siamo fiduciosi: basta infatti solo fare appello alla ragionevolezza ed al buon senso che albergano, purtroppo spesso inascoltati, dentro di noi.

Per informazioni: distributismomovimento.blogspot.com

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