venerdì 21 agosto 2015

Una società più misura d'uomo e meno a misura del dio-denaro.


Siamo in crisi. Una crisi grave che colpisce la maggioranza dei cittadini. I dati sono eclatanti: basta leggere i dati ISTAT sulla povertà, sul reddito e sul potere di acquisto delle famiglie, sul fallimento in massa delle piccole e medie imprese, sull'incremento spaventoso della disoccupazione, giovanile e no, sulle difficili condizioni di vita dei pensionati, sulla denatalità. Ciò che più spaventa inoltre non è il quadro appena descritta ma il fatto che i nostri politici sembrano totalmente incapaci di trovare una ricetta per farci uscire da questa situazione. Se ascoltate attentamente quanto dicono, l'unico mantra che ripetono, in perfetta sintonia tra certa destra e certa sinistra, è che la soluzione verrà dalla banche: la ripresa non avviene perchè ancora le banche non forniscono soldi alla gente, tengono i soldi per sé. Questo è il vero problema da risolvere. Questo modo di pensare invece, senza tema di smentita, è la vera follia! La crisi che ci ha colpito tutti infatti, a partire dai mutui Subprime del 2007, è stata una crisi del debito. Non sapendo più a chi prestare denaro, e quindi come incrementare i loro profitti, le banche hanno incominciato ad indebitare anche chi sapevano sarebbe stato insolvente. I nodi però sono venuti al pettine. Chi era indebitato non è stato più in grado, come era prevedibile, di pagare i propri debiti e così le banche hanno incominciato a fallire, a produrre minor credito, a chiedere indietro quello già erogato, ad imporre condizioni più stringenti e selettive per quello nuovo emesso. Conseguenza: rarefazione monetaria, cioè diminuzione della massa monetaria disponibile ai cittadini per gli scambi, quindi riduzione degli scambi, quindi ulteriore crisi, cioè diminuzione della produzione e delle vendite.
E' importante a questo punto fare un inciso: il denaro oggi nasce solo ed esclusivamente come debito di Stati, imprese e cittadini verso il sistema bancario che lo emette dal nulla a costo zero. Le banconote (3% del denaro totale) vengono infatti emesse dalle banche centrali, per lo più private, secondo un parametro quantitativo totalmente arbitrario ed insindacabile deciso dalle banche centrali stesse e senza alcun riferimento a riserve di qualsiasi tipo. Il peggio però è che vengono emesse solo ed esclusivamente come debito verso tutti gli attori del corpo sociale, debito che deve essere restituito con tanto di interessi. Il rimanente 97% del denaro totale inoltre – udite! Udite! - viene creato dal nulla - infatti si chiama “fiat money” in termini tecnici - dalle banche commerciali private grazie la meccanismo della riserva frazionaria. Per ogni 100 euro depositati, il sistema bancario nel suo complesso è autorizzato a creare denaro dal nulla fino a 50 volte tanto, cioè 5000 euro, denaro che sarà solo e soltanto una cosa: debito verso Stati, imprese e cittadini!
Questo meccanismo perverso di emissione monetaria, per cui produzione di denaro e produzione di debito coincidono in maniera assoluta ed ineluttabile, è la vera causa dell'enorme bolla debitoria di cui tutti noi siamo ancora vittime. Come i nostri politici pensano di risolverla? Incrementandola! Cioè creando le condizioni perchè le banche possano continuare a fare quello che negli ultimi secoli, a parte temporanee e sane ribellioni del corpo sociale, hanno sempre fatto: indebitare i cittadini con l'emissione di denaro-debito! Questo vuol dire, in sintesi, voler spegnere un incendio buttando altra benzina sul fuoco, e chi è responsabile della cosa pubblica non può non essere ritenuto responsabile di tale comportamento.
Aspettiamo quindi gioiosi e speranzosi che le banche siano di nuovo in grado di indebitarci emettendo nuovi prestiti per spianare la strada ad una ancora più radicale schiavitù monetaria, nell'attesa di un'inevitabile ulteriore crisi in cui il sistema bancario potrà compiere l'ulteriore razzia su quei pochi e sempre più scarsi beni reali di cui siamo in possesso.
Se il denaro in generale dovrebbe essere l'ossigeno che consente la vita in termini di scambi e produzione in una società, questo tipo di denaro, il denaro-debito bancario, è un veleno che intossica e compromette ogni sana iniziativa umana in quanto ogni iniziativa ha bisogno di moneta per realizzarsi. Rendiamoci conto della follia: tutto il denaro oggi nasce come debito, quindi se paradossalmente la maggior parte di noi fosse in grado, come dovrebbe e potrebbe essere, di ripagare i propri debiti o, ancora meglio, di non farne, non ci sarebbe denaro sufficiente per gli scambi! Il sistema bancario, in altre parole, tiene per la gola il tessuto produttivo, essendo riuscito, passo passo, leggina dopo leggina, ad impadronirsi del monopolio totale dell'emissione monetaria.
Non abbiamo altra alternativa: o ribellarci e chiedere con risolutezza l'introduzione di un denaro che nasca libero da debito, cioè di proprietà di Stati e cittadini, o condannare noi ed i nostri figli ad una sempre più stringente ed onnicomprensiva schiavitù monetaria imposta dal sistema bancario.
Di fronte a questo scenario i nostri politici non possono rimanere a guardare, proponendo come ricetta il perpetuarsi della spirale debitoria, ma sono chiamati ad agire e subito!
Se non lo faranno – cosa che purtroppo sembra verosimile – toccherà a noi mandarli a casa e sostituirli con rappresentanti intenzionati a fare davvero gli interessi della popolazione.

Il Distributismo propone la massima possibile diffusione della proprietà privata, l'unione tra capitale e lavoro, la partecipazione di chi lavora alle decisioni concrete del proprio comparto lavorativo, la libertà anche e soprattutto economica della famiglie.
Tutto ciò rimarrà irrealizzabile, sarà vuota e sterile retorica finchè il potere reale rimarrà nelle mani di una ristretta cerchia di persone – i banchieri – che sono riusciti ad acquisire la proprietà ed il controllo totale dello strumento monetario e possono così gestire e condizionare la stragrande maggioranza delle azioni umane.

Ridimensioniamo quindi l'”ubris” bancaria, riportiamo il denaro a quello che avrebbe dovuto sempre essere – uno strumento al servizio dell'economia e del bene comune.
Il Positive Money, per esempio, è un progetto di riforma monetaria, messo a punto in Inghilterra da un gruppo di esperti e che sta riscuotendo successo in tutto il mondo: propone che il denaro nasca di proprietà di Stati e cittadini e che il sistema bancario non possa più creare denaro dal nulla. Una ricetta molto semplice, di senso comune, che potrebbe capire anche un bambino delle elementari.

Come distributisti siamo orgogliosi infatti di proporre la ragionevolezza e il senso comune come ingredienti basilari, a disposizione di tutti, per migliorare le cose verso una società più misura d'uomo e meno a misura del dio-denaro.


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