domenica 21 agosto 2016

CAMPAGNA DI AUTOFINANZIAMENTO DEL MOVIMENTO DISTRIBUTISTA ITALIANO



Sfiducia, disillusione, rassegnazione, rabbia: sono questi gli stati d'animo, comprensibili e giustificati, della maggior parte del popolo italiano.
Sfiducia verso la classe politica che da 70 anni è stata protagonista di un'alternarsi ininterrotto di scandali e ruberie e soprattutto di incapacità di risolvere i problemi reali della gente; disillusione rispetto alla sana aspirazione di condurre una vita normale, con un lavoro appagante in grado di sostenere dignitosamente se e la propria famiglia; rassegnazione di fronte alla constatazione della propria impotenza di fronte ai poteri dei burocrati di Stato e dei grandi capitalisti; rabbia di fronte al fallimento di ogni onesto tentativo di cambiare davvero le cose ed al progressivo incrementarsi del divario sociale tra ricchi e poveri, con una sempre maggiore concentrazione della proprietà e del potere nelle mani di pochi.
Questi stati d'animo negativi hanno però anche un loro aspetto positivo: sono il segno che l'essere umano è fatto per qualcosa d'altro, per qualcosa di meglio, e che la sua natura istintivamente si ribella di fronte a condizioni di vita che non ne garantiscono la piena dignità e libertà.
La questione centrale infatti è propria questa, la libertà. Ci stiamo avvicinando a grandi passi, e senza neanche esserne pienamente consapevoli, a quello che Hilaire Belloc, uno dei fondatori del Distributismo, definì nel 1913 lo Stato Servile, uno Stato cioè in cui la maggior parte dei cittadini si trova ad essere privata del possesso dei mezzi di produzione e della possibilità di decidere le questioni concrete della propria vita socio-economica- lavorativa, essendo costretta a lavorare in una condizione di “dipendente” ed a mercanteggiare la propria libertà ed indipendenza in cambio di un tozzo di pane per sopravvivere, come i servi. Lo Stato Servile è il risultato dell'alleanza perversa tra due forze apparentemente avverse ma in realtà strettamente complementari: il capitalismo economico-finanziario e lo statalismo di impronta social-comunista. Lo Stato Servile è la risultante del continuo e progressivo spossessamento di potere e di proprietà a cui le persone, le famiglie ed i corpi sociali lavorativi sono stati soggetti.
Per fermare questa consolidata tendenza non sono sufficienti piccole cambiamenti, né ci si può basare sull'improvvisazione spontaneistica.
E' necessario un radicale e lucido ripensamento del paradigma di fondo su cui si basa la nostra società, è necessaria una chiarezza di visione in grado di invertire marcia in ognuno dei variegati aspetti che costituiscono la nostra vita. E' necessario quindi rigettare gli assunti di fondo sia del liberal-capitalismo sia del social-comunismo, con tutti i loro vari derivati - liberismo e keynesismo in primis, perchè questi assunti hanno dimostrato di aver fallito oltre che in teoria anche nei fatti.
Il liberal-capitalismo capitalismo infatti ha fallito nella sua pretesa di portare prosperità generale, il social-comunsmo ha fallito nella sua pretesa di risolvere il problema della povertà. La loro perversa alleanza ci ha portato in una delle più gravi crisi sistemiche che l'umanità abbia conosciuto.
Di fronte a tutto ciò ed al fatto che nessuna delle formazioni attualmente presenti sullo scenario politico ha idee sufficientemente chiare per apportare un reale cambiamento, il distributismo propone un'alternativa, valida, ragionevole e facilmente percorribile: invertire rotta e puntare ad una società in cui poteri e proprietà siano equamente distribuiti dal basso secondo i meriti e le capacità di ciascuno. Si tratta in estrema sintesi di:
  • modificare radicalmente il sistema di rappresentanza democratica, dando più poteri ai singoli lavoratori organizzati per comparti lavorativi sui territori (principio corporativo) e togliendolo ai partiti
  • modificare il sistema economico-sociale in senso più equo e prospero, facendo confluire capitale e lavoro nelle stesse persone e dando l'opportunità a chi lavora di diventare proprietario dei mezzi di produzione
  • modificare radicalmente il sistema finanziario, dando la proprietà della moneta all'atto dell'emissione allo Stato ed ai cittadini
  • rafforzare il tessuto sociale, dando più potere ed autonomia economica alle famiglie.
Sono questi i quattro fondamentali punti su sui si basa il progetto del Movimento Distributista Italiano e di tutte le associazioni ed organizzazioni distributiste esistenti oggi nel mondo: stop al potere dei partiti e potere invece ai cittadini organizzati sul territorio per comparto lavorativo; stop all'accumulo del capitale in poche mani e diffusione della proprietà produttiva; stop al dominio della finanza sulla politica e sull'economia e creazione di una moneta di proprietà dei cittadini; stop alla dissoluzione della famiglia e maggiore indipendenza economica a questa istituzione.
Un progetto ad ampio raggio, in grado di orientare ed indirizzare le piccole e grandi scelte amministrative, politiche, fiscali, economiche che possono avvenire a vari livelli ed in vari contesti nella società.
Un progetto a lungo termine che può e deve iniziare ad essere attuato a livello capillare, a partire dalle minuscole scelte che tutti noi facciamo quasi inconsapevolmente nella nostra vita di ogni giorno, per esempio quando facciamo la spesa o compriamo beni: dovremmo evitare di comprare i prodotti delle multinazionali e scegliere la produzione locale a parità di qualità per arricchire la nostra comunità.

Il Movimento Distributista Italiano intende continuare ad impegnarsi, come già sta facendo dal 2012, perchè questi contenuti entrino nel dibattito politico attuale, giungano all'attenzione dell'opinione pubblica e soprattutto si trasformino in leggi, norme, dispositivi legislativi e fiscali concreti in grado di operare un miglioramento reale e duraturo delle nostre condizioni di vita.
Il successo della nostra azione dipende in grande misura dal vostro appoggio, dall'appoggio di ogni cittadino ancora animato da buona volontà, al di là di ogni ideologia o confessione.
Per preservare interamente la nostra autonomia e non dover scendere a compromessi con i diktat dei”poteri forti” intendiamo mantenere una sostanziale indipendenza economica, puntando solo sull'autofinanziamento e sul mantenimento di un'organizzazione interna basata su una rigorosa partecipazione democratica.
Vogliamo cioè fondare la nostra forza sulla validità dei nostri contenuti e sull'apertura ad un dialogo incentrato sul senso comune e la ragionevolezza. Crediamo fortemente nell'importanza di tenere dritta la barra del nostro timone sul bene comune, perchè il bene comune è ciò che meglio tutela l'interessa dei singoli.
Per questo abbiamo lanciato una campagna nazionale di finanziamento e sostegno, che durerà tre mesi, dal 20 agosto al 20 ottobre 2016, chiedendo ad ogni persona che ha cuore il benessere proprio e della propria famiglia di appoggiare e sostenere la nostra azione.
Sappiano che i tempi sono magri e che le possibilità economiche e la disponibilità di tempo di ognuno sono ridotte al lumicino. Per questo non chiediamo l'impossibile ma solo che ognuno ci aiuti nei modi e nelle forme che ritiene più opportune. Voi siete la famosa goccia che, unita alle altre, è in grado di formare un oceano capace di vincere ogni resistenza. Il simbolo del distributismo è l'arco di volta, costituito da tante piccole pietre che, prese una ad una sono insignificanti ed inutili, ma messe insieme riescono a reggere interi edifici. Quelle singole pietre siamo ciascuno di noi, dobbiamo solo passare dal disfattismo alla fiducia, dall'inerzia all'operosità, con un piccolo gesto concreto.
Tale piccolo gesto concreto può essere rappresentato da tante cose: approfondire la conoscenza del distributismo, leggendo libri ed articoli (vedi post e bibliografia sul nostro sito distributismomovimento.blogspot.com ); iscriversi al Movimento Distributista Italiano (vedi istruzioni su nostro sito), partecipando alle attività dei gruppi locali e nazionali o semplicemente venendo informati delle varie iniziative; fare una donazione sul nostro sito con PayPal. Anche un minimo versamento, a partire da 1 euro, può essere un segno importante. Tutte le donazioni verranno contabilizzate ed esposte poi, in forma anonima, sul nostro sito.

Non esitate pertanto a fare la vostra parte, a trasformare la vostra sfiducia, disillusione, rassegnazione e rabbia in speranza costruttiva basata su una sana adesione al reale.
Sostenete il Movimento Distritbutista Italiano, sostenete la libertà vera, vostra e dei vostri figli.

Sul sito distributismomovimento.blogspot.com basterà un click per dare il vostro contributo e fare una donazione dell'importo che riterrete più opportuno.

Il Comitato Direttivo MODIT

Nessun commento:

Posta un commento