mercoledì 16 agosto 2017

LA VERA RIVOLTA MORALE: QUELLA DEL DISTRIBUTISMO CONTRO IL CAPITALISMO

La natura umana - ce ne rendiamo conto ogni giorno - è fatta in maniera tale che ripugna in maniera netta l'ingiustizia, la sopraffazione del più forte sul più debole, la prevaricazione del potente sul bisognoso. In sintesi, la natura umana, nella sua libertà, è essenzialmente morale: persegue le azioni buoni e rigetta quelle cattive.

Esistono invece due sistemi economici, il capitalismo ed il social-comunismo, che si fondano sulla pretesa contro-natura, e quindi assurda, di eliminare la dimensione morale della scelta dall'agire economico.
Il capitalismo, al pari del social-comunismo, nega infatti che ogni azione che l'uomo compie in ambito economico possa essere buona o cattiva per sè, per la propria famiglia, per gli altri cittadini, imponendo, paradossalmente, una propria morale, quella dell'utile. Così, nello stabilire il prezzo di beni e servizi o le caratteristiche di un contratto di lavoro, le persone che vi si impegnano, seguendo il capitalismo, non saranno più orientate all'individuazione di prezzi e contratti giusti ma ciascuno al raggiungimento del proprio massimo profitto. Grazie al liberalismo - presupposto fondamentale del capitalismo- , che appunto ci vuole liberare dall'ingombrante presenza della morale in economia, il parametro ultimo in base al quale verranno fissati prezzi e contratti sarà quello basato sulla forza e sull'anonimità del numero.  Non solo: la liberazione dalla morale ha portato al via libera di pratiche economiche, quali  per esempio il denaro-debito, che attraverso l'inganno sistematico operato dal sistema bancario nei confronti della popoIazione, ha sottomesso totalmente il lavoro alla finanza, i cittadini ai banchieri. Si tratta di una vera e propria usura, cioè della creazione di denaro dal nulla operata dal sistema bancario ai danni del resto del corpo sociale . Il tutto, paradossalmente e diabolicamente - se è vero che il diavolo è il padre della menzogna - attraverso l'introduzione di una falsa morale, quella per cui il rispetto delle norme contrattuali diventa criterio morale assoluto, indipendentemente dal fatto che questi contratti siano stati stilati in assenza e quindi in opposizione ad ogni basilare principio di morale sociale, di cui si vuole negare l'esistenza e la validità. Per esempio, se i salari vengono fissati solo in relazione alle forze di mercato, è chiaro che il padrone si troverà sempre in una posizione di vantaggio rispetto al lavoratore che rischierà la fame se non dovesse accettare l'offerta. Il risultato del capitalismo - cioè dell'abbandono di una morale in ambito economico e di un'autorità in grado di farla rispettare -è stato inevitabile: la concentrazione di beni e risorse nelle mani di pochi, i più furbi, i più avidi, i più scaltri, non certo i più competenti od intraprendenti.

  • Di fronte a questo scenario il distributismo si appella a tutti gli uomini di buona volontà, indipendentemente dalla loro appartenenza ideologica o confessionale: non possiamo continuare ad assistere indifferenti a questo vero e proprio massacro degli innocenti che il capitalismo ed i suoi sostenitori compiono sotto i nostri occhi. È quanto mai impellente oggi una vera e propria rivolta morale che rimetta i basilari principi della giustizia e dell'equità al centro della vite economico-sociale, mettendo definitivamente da parte il mostro ideologico del capitalismo e tutti i suoi nefasti derivati (cronica instabilità economica, impoverimento dei cittadini e degli Stati, predominio della finanza sul lavoro) ed aprendo la strada ad un ordine economico-sociale più prospero, naturale ed umano, che si chiama distributismo.
  • Questa rivolta morale non può essere né di destra né di sinistra né di centro ma deve essere ferma e risoluta perchè dal suo successo dipenderà il futuro della nostra libertà, quella vera, e quindi della nostra civiltà.

  • Per informazioni distributismomovimento.blogspot.com

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